Plastica: il problema
Wikipedia ci dice che “L’inquinamento causato dalla plastica consiste nella dispersione e nell’accumulo di materie plastiche nell’ambiente, il che causa problemi all’habitat di fauna e flora selvatica, oltre che a quello umano. Tale tipo di inquinamento può interessare l’aria, il suolo, i fiumi, i laghi e gli oceani.”
La plastica però non è solo un problema per gli oceani, ma anche per il clima e la nostra salute. Il 99% della plastica è prodotta a partire da combustibili fossili, come il petrolio e il gas fossile. La plastica è tossica – per le persone e per l’ambiente – dal momento stesso in cui inizia la sua produzione, fino al suo smaltimento negli inceneritori. (Greenpeace)
La plastica, da tempo ormai, è diventato un problema mondiale. La sua produzione è aumentata in modo esponenziale, ed ora è senza controllo. Possiamo trovarla ovunque – negli oceani, nei fiumi, sulla terra ferma, anche nell’acqua che beviamo. La plastica si degrada molto lentamente nel tempo e rilascia piccole particelle, le microplastiche, che diventano particolarmente nocive per tutti gli esseri viventi della Terra.
Cosa possiamo fare?
E’ ora di cambiare, immediatamente! E’ un problema che possiamo risolverlo soprattutto dal basso. Ma prima di tutto dobbiamo prendere consapevolezza della gravità del problema. E non è difficile, perché ormai i dati si possono trovare ovunque ma anche i danni reali sono sotto gli occhi di tutti, basta non distogliere lo sguardo e non ignorare il problema, ma accettarlo ed affrontarlo.
Come consumatori, possiamo scegliere le soluzioni alternative e sostenibili che già esistono, adottando dei piccoli passi per cambiare e rendere la nostra vita sempre più plastic-free.
Basta partire dalle nostre abitudini di ogni giorno in cucina, in bagno, al lavoro o durante i viaggi.
Partiamo dalle abitudini
Sappiamo bene, le abitudini sono dure a morire… e spesso non bastano i “21 giorni” miracolosi per cambiare le abitudini e usanze che adottiamo da una vita. Ma da qualche parte dobbiamo pur cominciare per rendere la nostra vita sempre più plastic-free… Perché non è una moda, ma è un problema reale che ci è tenuto nascosto da tanti anni per vari motivi, sicuramente, in primis, per quelli economici. Basta guardare la serie tv “Beverly Hills 90210” dove in una puntata Dylan si trova in una spiaggia e parla del problema della plastica nell’oceano. Qualche tempo fa abbiamo riguardato qualche vecchia puntata (presi dalla nostalgia degli anni ‘90) e siamo rimasti sbalorditi da questa cosa. Ve ne rendete conto, già all’epoca fu una cosa molto evidente e molto grave. E questo accadeva circa 30 anni fa!! 30 anni sono tantissimi…Si poteva fare tanto in 30 anni per non arrivare dove siamo oggi. Ma visto che si è fatto poco o niente, è arrivata l’ora di agire, ognuno nel suo piccolo.
Il nostro viaggio verso la vita plastic-free
Il nostro viaggio verso la vita sempre più plastic-free è ancora molto lungo. Abbiamo cominciato ad acquistare più sfuso quando riusciamo, sia alimentari che altri prodotti ad es. il detersivo liquido, comprare lo shampoo, il balsamo etc. in contenitori più sostenibili (in vetro) e riusarli come dispenser (ad esempio O – Way, un brand italiano fa tutta la loro linea in vetro e alluminio; loro sono stati il primo brand nella cosmetica professionale a sostituire dal 2013 i contenitori di plastica con il vetro e l’alluminio).
Da quando abbiamo le borracce in alluminio non compriamo più acqua in bottiglie di plastica quando siamo in giro, così risparmiamo soldi e non inquiniamo ulteriormente il pianeta. Inoltre così ci ricordiamo di bere più acqua, perché ce l’abbiamo nello zaino e non dobbiamo cercarla.
Anche in cucina stiamo facendo dei piccoli passi. Abbiamo sostituito alcuni prodotti, come ad esempio la spugnetta in plastica che con l’uso disperde le microplastiche nell’ambiente (ora usiamo quella biodegradabile a base vegetale), abbiamo adottato l’uso delle pastiglie per la lavastoviglie eco e cerchiamo di usare meno pellicola in plastica sostituendola con la pellicola cerata (esiste anche quella vegan!).
La vita con meno plastica è possibile: Intervista a Fabiana di Serendipity
Quando Fabiana di Serendipity – Plastic Free Shop (https://www.serendipity-shop.com/) ci ha contattato e ci ha raccontato la sua vision e la sua missione, non abbiamo dubitato neanche un secondo, e abbiamo subito voluto parlare del problema della plastica nelle nostre stories su Instagram.
Sul suo shop Serendipity si possono trovare le alternative alla plastica: il bambù, l’acciaio inox, il cotone e tanti altri materiali che possono accompagnarci nella nostra nuova vita plastic-free! Serendipity è uno di quei progetti che ci ispirano a prendere l’esempio, a cambiare ed ad agire subito. Ed è per quello che lo vogliamo condividere con voi.
Abbiamo chiesto a Fabiana di raccontarci di più sul suo progetto imprenditoriale, la sua missione e qualche consiglio su come possiamo cambiare anche noi.
- Raccontaci il motivo del tuo cambiamento di vita (e lavoro) e sulla decisione di dedicarti alla divulgazione per un Mondo più sostenibile.
Il cambiamento di vita e di conseguenza di lavoro è arrivata graduale nel 2019. Non ero più allineata ai valori dell’azienda multinazionale di cosmetici in cui lavoravo e volevo avviare un progetto mio, che contenesse l’etica e la sostenibilità a cui aderivo.
Io e la mia famiglia siamo sempre stati attenti alla sostenibilità senza mai etichettarci attivisti o ecologisti, per noi erano gesti naturali. Ma quando ho visto che in realtà questi valori non corrispondevano sempre alla realtà ho cominciato a guardare il mondo in modo diverso.
E quando ho visto il documentario “A plastic Ocean” su Netflix ho capito che dovevo fare qualcosa di concreto. E così ho aperto il mio e-commerce plastic-free www.serendipity-shop.com e il profilo instagram dello shop in cui condivido consigli e metodi per essere più sostenibile (con una particolare attenzione per evitare l’uso di plastica usa e getta).
- Quali sono stati gli input che ti hanno fatto decidere di fare le scelte che hai fatto. Cosa ti trasmette la parola Serendipità?
La parola serendipità indica quello che vorrei che le persone approdate sul mio sito trovassero. È un incontro/scontro con una sensazione di felicità, di ritrovamento di qualcosa che non si stava cercando ma che non si mollerà tanto facilmente. Una scoperta casuale forse, come potrebbe essere quella di scoprire un mondo di alternative plastic-free semplicemente navigando in Internet o sentendo qualcuno per strada che ne parla. È quell’input che arriva quando meno te lo aspetti e ti rende un umano più consapevole e responsabile, nel mio caso verso l’ambiente, ma poi coinvolge tutti gli aspetti della vita.
- Qual è, secondo te, la consapevolezza generale delle persone sul problema della sovrapproduzione, dell’inquinamento e di conseguenza dei risultati tangibili che oggi abbiamo?
“Non è semplice cambiare abitudini, ma se si inizia con una piccola poi si può portare questa rivoluzione in ogni ambito.”
La consapevolezza dei consumi eccessivi e di bassa qualità che attuiamo è sempre più grande: le persone sono sempre più attente su questi aspetti e cercano comunque nel loro piccolo di modificare un’abitudine (spesa sfusa per evitare imballaggi e avere più qualità, comprare locale o km0, evitare plastica monouso nei prodotti per la casa, mangiare vegetale, muoversi di più in bici e a piedi…). Non è semplice cambiare abitudini, ma se si inizia con una piccola poi si può portare questa rivoluzione in ogni ambito. Le persone si stanno informando sempre di più (complice anche la pandemia e il focus dei media sulla crisi climatica) e i documentari e i social sono di grande aiuto in questo, rendendo le informazioni più accessibili e fruibili anche dai più giovani o dai meno esperti nel settore.
- Per cambiare abitudini in generale occorre che dentro ad ognuno di noi succeda un click interiore, qual è la tua strategia per dare nuovi input alle persone per i primi passi da fare verso un mondo più sostenibile?
Sicuramente imporre le proprie scelte è l’opzione peggiore. Le persone hanno bisogno di tempo e l’unico metodo che funziona è dare l’esempio. Usare la borraccia, lo shampoo solido o mangiare vegetale sono queste le azioni che portano curiosità e da lì nasce un dialogo che non deve essere imposto, ma naturale. È così che ognuno sceglie, in base alle proprie inclinazioni, da dove partire per diventare più sostenibile.
- Quali potrebbero essere le azioni concrete che si potrebbero fare per iniziare a invertire la tendenza e ad andare verso un processo di miglioramento?
La divulgazione all’interno del proprio gruppo, che sia la famiglia o il gruppo di amici. Poi consiglio di cominciare dalle azioni che ripetiamo di più: ad esempio sostituire appunto la borraccia alle bottigliette o la ricarica dei detergenti al posto di acquistare sempre nuovi flaconi. Cominciare dai piccoli gesti quotidiani, magari da una stanza della casa, e gradualmente passare a sostituire tutti i prodotti in plastica monouso con quelli solidi o pack compostabile/riciclabile effettivamente.
- Qualche consiglio pratico per una cucina e casa plastic-free, magari anche con i prodotti che si hanno a casa? Quali sono i prodotti da eliminare immediatamente? Quali sono i prodotti ecosostenibili che non puoi fare a meno?
Per la cucina è possibile sostituire la spugnetta classica verde che disperde microplastiche perché è sintetica con quelle naturali e compostabili, come quella di luffa o cellulosa, oppure con spazzole con setole vegetali a cui si sostituisce la testina e si mantiene il manico. In abbinata suggerisco il detersivo solido per piatti, che si usa fino alla fine. Poi anche il tappetino di silicone lavabile e riutilizzabile al posto della carta forno è la svolta.
Per il bagno suggerisco di cominciare dallo shampoo e dal balsamo solido plastic-free che sono i più semplici da rimpiazzare. Poi di passare al dentifricio in pastiglie o in crema ma nel vasetto di vetro e lo spazzolino di bambù. Anche il deodorante plastic-free è la soluzione della vita.
Tutte queste sono soluzioni super comode e con cui si risparmia molto, anche se a prima vista i prezzi possono sembrare più elevati. Ma la maggior parte, essendo solidi, sono molto concentrati e durano davvero il triplo rispetto ai corrispettivi liquidi in plastica usa e getta.
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